mercoledì 2 aprile 2014

Italia: disoccupazione al 13%, record dal 1977

Una ripresa senza occupazione non è una ripresa sostenibile. E' quello che sta accadendo nel nostro paese, dove la ripresa economica sembra che non riesca a creare il giusto livello occupazionale. Secondo i dati che sono stati pubblicati proprio ieri dall'Istat, l'Istituto Nazionale di Statistica, nel nostro paese la percentuale dei senza lavoro è del 13%, vale a dire circa 3,3 milioni di persone. Il dato, mai così alto dal 1977, porta a tanta preoccupazione e spinge Renzi, il premier del nostro paese, a dire che "la riforma del lavoro deve partire subito".
Tra i disoccupati la parte maggiore è quella dei giovani, dove tra gli under-25 il tasso di disoccupazione è del 42,3%. Il dato di febbraio è leggermente inferiore rispetto a quello di gennaio, ma non è un dato con cui poter festeggiare poiché, su base annua, tale valore è incrementato del 3,6%.
Proprio nell'ultimo mese il nostro paese ha fatto registrare un livello di disoccupazione da record in termini di incremento: +13% a febbraio su gennaio (consideriamo la disoccupazione totale, non quella relativa ai soli giovani che, come detto, è leggermente in calo). Peggio di noi solo Cipro e la Grecia, entrambi paesi che hanno chiesto aiuti economici in passato.

Tornando a Renzi, che al momento si trova a Londra per far visita al primo ministro britannico Cameron, il fiorentino ha detto che “l’economia italiana sta mostrando dei segni di ripresa, ma non sono sufficienti”. Oggi c’è dunque “bisogno di correre” secondo Renzi, noi non possiamo che essere d’accordo e augurarci che i politici lavorino sempre per il bene dell’Italia.

Come la Cina ha ingannato il mondo

La Cina è oggi la seconda economia più grande del mondo e negli ultimi 30 anni è cresciuta ad un ritmo impressionante. Tale crescita ha dato al mondo merci a basso costo e la possibilità di vendere le enormi quantità cinesi di materie prime. Per paesi come l'Australia, il boom della Cina è stata un’ottima ancora di appoggio.
Ma c'è un problema. In tempi più recenti, il boom è stato sostenuto da un’esplosione dei prestiti da parte delle banche e dalle cosiddette "banche ombra”. Se l'attuale scala dei prestiti si dovesse rivelare insostenibile, in che maniera potrebbe finire il boom cinese e come il paese orientale potrebbe diventare il prossimo paese a soccombere all'impatto del debito improduttivo?
Il problema principale è che la Cina acquista praticamente qualunque cosa. Senza tali acquisti anche le altre economie del mondo potrebbero essere in difficoltà. C’è bisogno, da parte della dirigenza cinese, di una risposta chiara alla prospettiva di una crisi finanziaria globale e alla possibilità di una depressione mondiale. La risposta che il paese sta cercando di dare è concentrata su un programma di spesa e di investimenti da fare su una scala così grande che mai ne era stata vista una simile nella storia umana. Negli ultimi cinque anni il paese ha costruito un nuovo grattacielo ogni cinque giorni, 30 nuovi aeroporti e 42.000 chilometri di autostrade. Uno sviluppo assolutamente enorme che, ora che sta rallentando, sta mettendo in difficoltà (anche per un discorso di paura e timore, ma non solo) le altre economie del mondo. L’Australia e la NuovaZelanda sono in difficoltà, gli USA e l’Europa potrebbero risentire della crisi orientale.

La Cina è diventata sempre più importante nell’economia moderna e la sua crisi (che si pensava non sarebbe mai potuta arrivare) ha ingannato il mondo.