Il termine “design industriale” è molto ampio e comprende una vasta gamma di sottogruppi, che danno a questo termine un significato decisamente ampio. Per esempio, con il termine si possono comprendere i settori della progettazione del prodotto, del design automobilistico e della progettazione degli impianti, tra le altre cose. In senso generale, si parla di design industriale come una “miscela” di applicazioni delle conoscenze scientifiche a disposizione dell’uomo con l'obiettivo di arrivare a dei concetti di design unici.
Come tali, le caratteristiche del moderno design industriale sono determinate da vari fattori, quali l’area geografica e il gusto della gente in un particolare momento. Un altro fattore che influenza le caratteristiche del moderno design industriale è il livello di reparto tecnologico e la sua applicabilità al design dei prodotti.
Nella considerazione e nella determinazione delle caratteristiche del moderno design industriale, il particolare sottogruppo svolge un ruolo importante nel tipo di disegno che può essere applicato ad esso. Per esempio, nel campo della progettazione del prodotto medico, le caratteristiche dei moderni strumenti medici sono il risultato dei progressi della tecnologia medica nel suo complesso. Un esempio di moderno design industriale nei prodotti medici può essere legato nello sviluppo di materiali che possono essere lasciati nel corpo e che si “sciolgono” dopo un tempo predeterminato, eliminando la necessità dell'estrazione chirurgica dello stesso.
Nel parlare di moderno design industriale nel settore dell'architettura, ad esempio, è fondamentale anche considerare la posizione della struttura che si sta realizzando e le esigenze del momento. Ad esempio, il risparmio energetico nelle case moderne è una cosa che deve essere presa in considerazione, con i pannelli solari e dei fattori di conservazione del calore.
Le moderne caratteristiche del design industriale sono evidenti anche nel campo della progettazione di impianti a seguito di grandi passi avanti nello sviluppo delle moderne attrezzature e delle applicazioni utilizzate in ogni ambito industriale.
venerdì 22 novembre 2013
L’economia italiana, le sue caratteristiche e la situazione attuale
L'Italia ha una diversificata economia industriale, che si articola in una zona più sviluppata a livello industriale a nord, dominata da aziende private, e una meno sviluppata e più altamente sovvenzionata, a sud, in cui c’è maggior concentrazione di agricoltura. Sono noti, ad esempio, gli agrumi di Sicilia, esportati in tutto il mondo.
L'economia italiana è guidata in gran parte dalla produzione di beni di consumo di alta qualità prodotti da piccole e medie imprese, molte delle quali a conduzione familiare. Le attività più comuni sono legate al settore agricolo, quello delle costruzioni e quello dei servizi, senza però dimenticare ovviamente l’industria, anche in considerazione del fatto che il nostro paese ha alcuni nomi assolutamente famosi da questo punto di vista, Fiat e Ferrero su tutti.
L'Italia è anche la terza economia nella zona euro dietro a Germania e Francia, ma purtroppo l’altissimo debito pubblico del paese e gli ostacoli strutturali alla crescita la hanno resa vulnerabile al controllo dei mercati finanziari.
Il debito pubblico è aumentato costantemente dal 2007, superando il 126 % del PIL nel 2012, e le preoccupazioni degli investitori legate alla crisi della zona euro sono sempre più ampie e a volte hanno portato gli oneri finanziari sul debito pubblico sovrano a salire ad un valore record.
Nel corso del secondo semestre del 2011 il governo Monti ha approvato una serie di misure di austerità per equilibrare il bilancio e per ridurre il debito pubblico. Queste misure comprendono un aumento della tassa sul valore aggiunto, la riforma delle pensioni e dei tagli alla pubblica amministrazione. Ancora oggi il governo, guidato da Letta, deve affrontare dei problemi legati alle eccessive spese del settore pubblico, che dovrebbero essere ridotte, e riuscire a risolvere l’annoso problema della mancanza di crescita strutturale, oltre che rinnovare un mercato del lavoro che è ancora poco flessibile.
Nel 2012 la crescita economica e le condizioni del mercato del lavoro sono peggiorate, nel corso di questo 2013 la crescita è stata inferiore del previsto mentre secondo grr.rai.it nel corso del 2014, finalmente, si potrà tornare alla crescita economica.
L'economia italiana è guidata in gran parte dalla produzione di beni di consumo di alta qualità prodotti da piccole e medie imprese, molte delle quali a conduzione familiare. Le attività più comuni sono legate al settore agricolo, quello delle costruzioni e quello dei servizi, senza però dimenticare ovviamente l’industria, anche in considerazione del fatto che il nostro paese ha alcuni nomi assolutamente famosi da questo punto di vista, Fiat e Ferrero su tutti.
L'Italia è anche la terza economia nella zona euro dietro a Germania e Francia, ma purtroppo l’altissimo debito pubblico del paese e gli ostacoli strutturali alla crescita la hanno resa vulnerabile al controllo dei mercati finanziari.
Il debito pubblico è aumentato costantemente dal 2007, superando il 126 % del PIL nel 2012, e le preoccupazioni degli investitori legate alla crisi della zona euro sono sempre più ampie e a volte hanno portato gli oneri finanziari sul debito pubblico sovrano a salire ad un valore record.
Nel corso del secondo semestre del 2011 il governo Monti ha approvato una serie di misure di austerità per equilibrare il bilancio e per ridurre il debito pubblico. Queste misure comprendono un aumento della tassa sul valore aggiunto, la riforma delle pensioni e dei tagli alla pubblica amministrazione. Ancora oggi il governo, guidato da Letta, deve affrontare dei problemi legati alle eccessive spese del settore pubblico, che dovrebbero essere ridotte, e riuscire a risolvere l’annoso problema della mancanza di crescita strutturale, oltre che rinnovare un mercato del lavoro che è ancora poco flessibile.
Nel 2012 la crescita economica e le condizioni del mercato del lavoro sono peggiorate, nel corso di questo 2013 la crescita è stata inferiore del previsto mentre secondo grr.rai.it nel corso del 2014, finalmente, si potrà tornare alla crescita economica.
Energia e risorse naturali in Italia
Tra i vari settori che un paese può avere c’è anche quello legato all’energia e alle risorse naturali, che oggi sta assumendo un’importanza sempre maggiore.
Nel nostro paese c’erano, fino agli anni ’80, quattro reattori nucleari. Nel 1987, dopo il disastro di Cernobyl, la grande maggioranza degli italiani ha votato in favore della loro chiusura. Il governo ha predisposto la chiusura delle centrali nucleari esistenti e ha fermato il lavoro sui progetti in corso, smettendo completamente il programma nucleare nazionale. Attualmente, infatti, la maggior parte dell'energia elettrica italiana è prodotta da gas, petrolio, carbone, idroelettrico e eolico.
L'Italia ha, purtroppo, poche risorse naturali su cui poter contare. Non ci sono depositi consistenti di ferro, carbone o petrolio, ma le riserve di gas naturale, principalmente nella valle del Po e nell'offshore adriatico, sono cresciute negli ultimi anni e costituiscono la risorsa minerale più importante del paese. Nel corso degli scorsi dieci anni, l'Italia è diventata uno dei maggiori produttori al mondo di energia rinnovabile e oggi è il quinto più grande produttore di energia solare del mondo, oltre che il sesto più grande produttore di energia eolica, con una capacità nominale installata di 8.144 MW nel corso del 2012, anno dell’ultimo rilevamento.
Il successo della nostra energia “verde” è indubbio, basti pensare che nel 2001 la Commissione europea ha pubblicato una direttiva sulla produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili. Tale direttiva ha fissato l’obiettivo, per l'Italia, di riuscire ad ottenere almeno il 25 % della propria elettricità da fonti rinnovabili entro il 2010. Il nostro paese è stato capace di superare tale “milestone” nel 2007 e ora si punta a produrre circa 12.000 MW entro il 2020. Dato che la recente crescita italiana nella capacità dell’energia eolica è stata di circa il 30% ogni anno, l'obiettivo appare raggiungibile entro il 2015. L’Italia diventa un paese sempre più verde, la natura ringrazia.
L'Italia ha, purtroppo, poche risorse naturali su cui poter contare. Non ci sono depositi consistenti di ferro, carbone o petrolio, ma le riserve di gas naturale, principalmente nella valle del Po e nell'offshore adriatico, sono cresciute negli ultimi anni e costituiscono la risorsa minerale più importante del paese. Nel corso degli scorsi dieci anni, l'Italia è diventata uno dei maggiori produttori al mondo di energia rinnovabile e oggi è il quinto più grande produttore di energia solare del mondo, oltre che il sesto più grande produttore di energia eolica, con una capacità nominale installata di 8.144 MW nel corso del 2012, anno dell’ultimo rilevamento.
Il successo della nostra energia “verde” è indubbio, basti pensare che nel 2001 la Commissione europea ha pubblicato una direttiva sulla produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili. Tale direttiva ha fissato l’obiettivo, per l'Italia, di riuscire ad ottenere almeno il 25 % della propria elettricità da fonti rinnovabili entro il 2010. Il nostro paese è stato capace di superare tale “milestone” nel 2007 e ora si punta a produrre circa 12.000 MW entro il 2020. Dato che la recente crescita italiana nella capacità dell’energia eolica è stata di circa il 30% ogni anno, l'obiettivo appare raggiungibile entro il 2015. L’Italia diventa un paese sempre più verde, la natura ringrazia.
I più famosi manager italiani
Tra i manager che hanno fatto la storia del nostro paese possiamo vedere alcuni illustri nomi su tutti.
Il primo che ci viene in mente è sicuramente Gianni Agnelli, nome legato alla FIAT, la prima società automobilistica del nostro paese. Agnelli, deceduto nel 2003, è universalmente riconosciuto come uno degli uomini di stile più importanti del nostro paese. Noto come “l’avvocato”, per via di una laurea in giurisprudenza presso l’Università di Torino (anche se in realtà non ha mai praticato da avvocato), Agnelli ha legato il suo nome alla già citata casa automobilistica italiana, guidandola come al suo solito con grande stile, alla Juventus, club di calcio di cui è stato tifoso e presidente, e alla politica, essendo stato nominato senatore a vita.
Un altro nome importante, anche se sicuramente meno conosciuto di Agnelli, è quello di Carlo Vichi, patron di Mivar, azienda produttrice di televisori che, fino a qualche anno fa, era leader in Italia. Oggi l’azienda è in fase di chiusura e di completa ristrutturazione interna (passerà, infatti, dal fare TV al fare arredi per uffici). La concorrenza cinese e la fine del tubo catodico sono pesati come macigni su questa azienda tutta italiana. Sergio Marchionne è un altro nome importante, legato alla FIAT e all’azienda americana (ma acquistata dal Lingotto) Chrysler. Marchionne guida dalla metà degli anni 2000 la FIAT, e le sue idee e visioni hanno permesso all’azienda nostrana di uscire dalla crisi in cui era entrata.
Chiudiamo la lista con Marco Tronchetti Provera, leader di Pirelli dal 1992. Nel corso degli anni ha dismesso gran parte delle attività marginali dell’azienda, concentrandosi solo sulla produzione di cavi e di pneumatici.
Il primo che ci viene in mente è sicuramente Gianni Agnelli, nome legato alla FIAT, la prima società automobilistica del nostro paese. Agnelli, deceduto nel 2003, è universalmente riconosciuto come uno degli uomini di stile più importanti del nostro paese. Noto come “l’avvocato”, per via di una laurea in giurisprudenza presso l’Università di Torino (anche se in realtà non ha mai praticato da avvocato), Agnelli ha legato il suo nome alla già citata casa automobilistica italiana, guidandola come al suo solito con grande stile, alla Juventus, club di calcio di cui è stato tifoso e presidente, e alla politica, essendo stato nominato senatore a vita.
Un altro nome importante, anche se sicuramente meno conosciuto di Agnelli, è quello di Carlo Vichi, patron di Mivar, azienda produttrice di televisori che, fino a qualche anno fa, era leader in Italia. Oggi l’azienda è in fase di chiusura e di completa ristrutturazione interna (passerà, infatti, dal fare TV al fare arredi per uffici). La concorrenza cinese e la fine del tubo catodico sono pesati come macigni su questa azienda tutta italiana. Sergio Marchionne è un altro nome importante, legato alla FIAT e all’azienda americana (ma acquistata dal Lingotto) Chrysler. Marchionne guida dalla metà degli anni 2000 la FIAT, e le sue idee e visioni hanno permesso all’azienda nostrana di uscire dalla crisi in cui era entrata.
Chiudiamo la lista con Marco Tronchetti Provera, leader di Pirelli dal 1992. Nel corso degli anni ha dismesso gran parte delle attività marginali dell’azienda, concentrandosi solo sulla produzione di cavi e di pneumatici.
L’industria, fiore all’occhiello della nostra Italia
L’industria italiana è senza dubbio uno dei fiori all’occhiello della nostra economia. Il nostro paese ha tutta una serie di aziende del settore industriale da fare invidia a tutti.
La prima azienda che viene in mente è ovviamente la FIAT, “la” casa automobilistica italiana, mamma delle mitiche “500” e delle “Vespa”, ancora oggi sulla cresta dell’onda con dei modelli di auto belli da vedere e facili da guidare, adatti sia alle famiglie che alle coppie.
L’azienda con sede a Torino, fondata dalla famiglia Agnelli, è oggi guidata dall’amministratore delegato Sergio Marchionne, il quale ha contribuito ha risollevare le sorti aziendali quando, circa a metà degli anni 2000, la FIAT si era un po’ “appannata”.
Un altro grande nome industriale italiano è senza dubbio quello di Ferrero, nota azienda che realizza dolciumi esportati in tutto il mondo. Il suo fondatore, secondo il noto Forbes, è l’italiano più ricco in assoluto, con un patrimonio personale di oltre 14 miliardi di euro.
L’azienda produce i famosi cioccolatini “Kinder”, gli ovetti che piacciono tanto ai bambini (ma anche ai grandi), i Ferrero Rocher e tanto altro. Tra le aziende che hanno fatto la fortuna del nostro paese c’è anche la Pininfarina, azienda di stile e design che si è occupata, nel corso degli anni, di disegnare la livrea di tanti oggetti che possiamo vedere anche nella vita di tutti i giorni, dalle auto fino alle navi e agli aerei. Una curiosità: la torcia olimpica di Torino 2006 è stata disegnata proprio da questa azienda.
L’Italia è legata, tra le altre cose, all’industria, i nomi delle aziende nostrane sono noti in tutto il mondo e contribuiscono concretamente alla ricchezza del nostro Paese.
La prima azienda che viene in mente è ovviamente la FIAT, “la” casa automobilistica italiana, mamma delle mitiche “500” e delle “Vespa”, ancora oggi sulla cresta dell’onda con dei modelli di auto belli da vedere e facili da guidare, adatti sia alle famiglie che alle coppie.
L’azienda con sede a Torino, fondata dalla famiglia Agnelli, è oggi guidata dall’amministratore delegato Sergio Marchionne, il quale ha contribuito ha risollevare le sorti aziendali quando, circa a metà degli anni 2000, la FIAT si era un po’ “appannata”.
Un altro grande nome industriale italiano è senza dubbio quello di Ferrero, nota azienda che realizza dolciumi esportati in tutto il mondo. Il suo fondatore, secondo il noto Forbes, è l’italiano più ricco in assoluto, con un patrimonio personale di oltre 14 miliardi di euro.
L’azienda produce i famosi cioccolatini “Kinder”, gli ovetti che piacciono tanto ai bambini (ma anche ai grandi), i Ferrero Rocher e tanto altro. Tra le aziende che hanno fatto la fortuna del nostro paese c’è anche la Pininfarina, azienda di stile e design che si è occupata, nel corso degli anni, di disegnare la livrea di tanti oggetti che possiamo vedere anche nella vita di tutti i giorni, dalle auto fino alle navi e agli aerei. Una curiosità: la torcia olimpica di Torino 2006 è stata disegnata proprio da questa azienda.
L’Italia è legata, tra le altre cose, all’industria, i nomi delle aziende nostrane sono noti in tutto il mondo e contribuiscono concretamente alla ricchezza del nostro Paese.
Iscriviti a:
Post (Atom)